Intervista al professore Plinio Innocenzi
Plinio Innocenzi è professore di scienza e tecnologia dei materiali presso l’Università di Sassari,ed è responsabile del Laboratorio di Scienza dei Materiali e Nanotecnologie.
E' impegnato nella divulgazione scientifica delle nanoscienze e del Rinascimento scientifico e tecnologico con focussulla figura di Leonardo da Vinci.Ha scritto un libro (in inglese) su Leonardo da Vinci (The innovators behind Leonardo. Springer) e uno che è uscito direttamente in lingua cinese (The secrets of Leonardo’s women. Hunan Publisher) e tiene molte conferenze su Leonardo in tutto il mondo
Sono onorata di aver intervistato il professor Plinio ,disponibilissimo e gentilissimo con me
Ecco l'intervista
1) Ho letto che Lei è uno “scienziato al top". Come si diventa scienziati?
La passione per le scienze è qualcosa che credo si sviluppi da molto giovani, questa va di pari passo con la curiosità, la voglia di capire e anche una naturale predisposizione, perché la ricerca è un’attività creativa che richiede intuito, passione e tanto tanto studio e applicazione.
2) La maggior parte dei protagonisti della storia delle scienze (tra quelli che ho studiato a scuola mi vengono in mente Leonardo da Vinci, Niccolò Copernico, Galileo Galilei, Isaac Newton...) ha dimostrato grande curiosità ed interesse verso il mondo che li circondava. Secondo lei oggi come si può stimolare la curiosità in noi ragazzi?
Credo sia molto importante raccontare e divulgare la scienza e la ricerca come una delle attività più affascinanti e appaganti che sia possibile fare nella vita. Ogni volta che si scopre o comprende qualcosa di nuovo è un piacere indescrivibile. E’ questo che penso si debba saper comunicare ai ragazzi. A volte si studia la scienza come qualcosa di noioso e distante, eppure ogni giorno, ogni momento della nostra vita non possiamo capire il mondo che ci circonda senza una rigorosa formazione scientifica. E’ come vivere tutta la vita come dei ciechi, accendere una luce e non capire perché la lampadina si illumina limita la nostra attività al semplice gesto meccanico.
3) In che modo gli scienziati devono interagire con noi ragazzi per rendere le scienze una disciplina meno misteriosa?
Esattamente come stiamo facendo noi… Dialogando e non avendo timore di entrare in un mondo apparentemente distante. Il lavoro di un ricercatore è per certi versi molto frustrante, la complessità e la difficoltà degli argomenti richiede anni di studio e non è facilmente comunicabile ai non specialisti. In questi ultimi anni è cresciuta la consapevolezza da parte dei ricercatori che è necessario riuscire a raccontare la scienza in modo semplice e che possa affascinare i giovani. Purtroppo se non ci si riesce ha elle conseguenze dirette sulla società. Abbiamo i corsi di laurea di giurisprudenza, scienze della comunicazioni con decine di migliaia di iscritti ma solo un piccolo gruppo di giovani decide di affrontare i corsi di laurea in discipline scientifiche che pure offrono potenzialmente migliori prospettive lavorative.
4) Quale importanza attribuisce alle scuole secondarie nel colmare la distanza tra scienze e studenti?
Le scuole secondarie hanno un’importanza fondamentale nello stimolare lo studio delle scienze. E’ tuttavia il momento in cui dovete formare una personalità critica. La capacità critica e analitica è alla base del pensiero scientifico. Nonostante abbia studiato fisica all’università ho frequentato il liceo classico e il mio bagaglio umanistico e filosofico è stato fondamentale nella mia carriera di ricercatore.
5) I suoi interessi di ricerca sono nelle nanoscienze e nella nanochimica: ci può spiegare con parole semplici di cosa si tratta e l’utilità oggi ?
Le nanoscienze e le nanotecnologie rappresentano una delle frontiere più affascinanti della ricerca contemporanea. Per noi ricercatori è come se all’improvviso si fossero aperte le finestre su un mondo completamente nuovo e tutto da esplorare. Questo mondo è popolato di oggetti strani come fullereni, nanotubi, nanoparticelle, nanofili che hanno proprietà completamente diverse da quelle dei materiali massivi e che dipendono dalla forma e dalle dimensioni. La scala del nanomondo va dai 200 nm fino a 1 nm; se mettiamo in fila dieci atomi la loro dimensione sarebbe circa di un nanometro. E’ quindi una scala molto piccola dominata in gran parte dalle leggi della meccanica quantistica. Per capire cosa cambia nel nano mondo, se prendiamo un oggetto d’oro e continuassimo a tagliarlo in pezzi sempre più piccoli, le sue proprietà fisiche e chimiche sarebbero sempre le stesse. Ma non appena le dimensioni diventano nano, l’oro avrebbe proprietà completamente diverse, e cambierebbero in funzione della scala fino all’atomo.
6)La mia scuola si chiama Leonardo da Vinci e non a caso i nostri inseganti (scienze, tecnologia, letteratura) si soffermano moltissimo su questo incredibile maestro. So che di recente lei ha tenuto una conferenza proprio sul sogno del volo di Leonardo da Vinci. Perche’ e’ cosi’ interessato alla figura di Leonardo?Ce ne vuole parlare?
Ho scritto un libro (in inglese) su Leonardo da Vinci (The innovators behind Leonardo. Springer) e uno che è uscito direttamente in lingua cinese (The secrets of Leonardo’s women. Hunan Publisher) e tengo molte conferenze su Leonardo in tutto il mondo. Leonardo è una figura straordinaria e complessa, e meglio di chiunque altro rappresenta anche il carattere di noi italiani. L’uomo che voleva conoscere tutto e cercava di fare tutto. I suoi fallimenti sono una lezione, forse ancor più di ciò che è riuscito a realizzare. La straordinaria voglia di capire e conoscere il mondo che aveva Leonardo rappresenta uno stimolo a non arrendersi, a sognare, ad andare oltre la frontiera della conoscenza.
7) Quali sono i suoi consigli a noi giovani?
Fate come Leonardo e seguite quello che ha suggerito Steve Jobs a tutti i giovani: Stay hungry and foolish. Siate affamati (di conoscenza) e anche un po’ folli come tutti gli scienziati un po’ sono…
8) Può fare un "in bocca al lupo" a tutti gli studenti per il nuovo anno scolastico?
Con grande piacere, un in bocca al lupo a tutti gli studenti e spero di trovarmi magari far qualche anno in qualche laboratorio di ricerca, stanchi ma felici. Un grazie speciale ai docenti per il lavoro così prezioso che fanno nel guidarvi verso il futuro.
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