Tecnologia,Scienza e Musica di Camilla Aga

Amo la musica: studio batteria e canto da quando ero piccola. Credo che la musica abbia un grandissimo potere di divulgazione di pensieri, sentimenti,emozioni ed è voce dei contesti sociali e storici in cui viene prodotta.

Quando ho letto la traccia di esame "sviluppo del pensiero scientifico e tecnologico" ho subito pensato di approfondire il rapporto tra  tecnologia, scienza e musica.Ho contattato il professore Giancarlo Turaccio(Docente di Composizione al  Conservatorio "G.Martucci" di Salerno),che mi ha fornito del materiale prezioso dal quale ho preso spunti per questo mio articolo.

Alla mia richiesta di supporto sul tema il professore risponde come segue:

Gentile Camilla,
scusa per la risposta tardiva, ma sono preso da molte cose ed è un periodo un po’ difficile. Ho guardato il tuo sito e le cose che fai. È molto bella la passione e l’entusiasmo che metti nei tuoi progetti. Non perdere mai questo spirito, insieme alla curiosità, la leggerezza e ad un pizzico di incoscienza che è anch’esso necessario per portare avanti le proprie idee.

Venendo alle domande che mi ponevi,il problema della tecnica rappresenta una questione cruciale che ha animato e tuttora anima un acceso dibattito che coinvolge trasversalmente i più svariati ambiti disciplinari ed è centrale per comprendere il posto che attualmente occupa il pensiero tecnico-scientifico nell’organizzazione del sapere.
L’evoluzione della scienza e della tecnica ha letteralmente trasformato l’universo psichico dell’uomo, modificandone le capacità espressive e il campo della sensorialità.  
Anche nel caso della musica il fenomeno ha assunto proporzioni gigantesche sebbene si sia diffuso con una certa gradualità.
La storia è antica e va fatta risalire all’introduzione dei mezzi di fissaggio e riproduzione del suono a partire dall’introduzione della fonografia. Infatti, prima di allora, si veniva a contatto con la musica nell’unica forma possibile dell’esecuzione dal vivo. L’esecuzione allo strumento rappresentava il solo modo per stabilire un contatto con la musica. La condizione dell’ascolto era inseparabilmente legata all’eccezionalità del suo accadimento, alla sua irripetibilità e di conseguenza indissolubilmente collegata alla specificità del luogo e dell’attimo.
La capacità di fissare il segnale acustico su un supporto, (nastro, disco, CD o memoria digitale che dir si voglia), ha donato alla musica una nuova struttura ontologica: da arte immateriale per eccellenza che si sviluppa nel tempo e tende a svanire, a materia sonora concreta, tangibile, che può essere trasformata e manipolata esattamente come un qualsiasi oggetto materiale. Di qui la vera rivoluzione.

Nel mio articolo evidenzio in rosso parti tratte da due opere del professore Turaccio : "Un ascolto iniziatico. Conversazione sulla musica acusmatica” e “Il dono del suono. Riflessioni per una poietica dell’ascolto” .

La “Conversazione sulla musica acusmatica” è scritta appunto sotto forma di conversazione tra un filosofo, Rosario Diana, e il professore Turaccio. Dell’altro saggio,su consiglio del professore ,ho letto i paragrafi 5 e 6.

L’introduzione dei mezzi di fissaggio e riproduzione sonora ha rivoluzionato la musica .L'ascolto diventa attività interattiva e creativa perchè la musica puo' essere riascoltata,rallentata,modificata La fruizione musicale con mezzi tecnologici sovverte radicalmente gli equilibri legati alla ricezione della musica, arrivando a generare una nuova figura di “interprete”: l’ascoltatore.(da “Il dono del suono. Riflessioni per una poietica dell’ascolto” ).

Storicamente il compositore,con l'aiuto della scrittura,dava vita ad una partitura che a sua volta era interpretata da un esecutore escludendo l'ascoltatore. Questo  binomio scrittura-esecuzione,compositore-interprete, è alla base della grande letteratura musicale in occidente.Ma il contenuto della partitura rimaneva musica che esiste solo in potenza, pura virtualità in attesa di realizzarsi ad ogni esecuzione. Il dono si concretizzava quindi in una musica per gli occhi (da “Il dono del suono. Riflessioni per una poietica dell’ascolto” ).
 
Per secoli l'ascoltatore viene catturato dalla musica,ma non interagisce attivamente rispetto a questa (penso alla musica classica che si sviluppa nei palazzi aristocratici del 700,ma, anche alla musica del periodo romatico ,che trasmette il mondo interiore dell’artista direttamente all’animo dell’ascoltatore).Per molti secoli oltretutto, la musica è stata concepita soprattutto in senso funzionale; musica per la danza, musica per la chiesa, musica per le feste, ecc.. Sembrerà strano ma in realtà l’idea che la musica fosse composta per essere ascoltata è qualcosa di estraneo al modo di pensare dal rinascimento fino quasi al classicismo( da “Il dono del suono. Riflessioni per una poietica dell’ascolto” ).

 Solo alla fine del XX secolo l'ascolto inizia ad essere sullo stesso piano della composizione e della esecuzione.
 
Il compositore più che un demiurgo assolutista che organizza simboli grafici, diventa un animatore,un sobillatore.L’esecutore contribuisce alla composizione dell’opera con le sue scelte e la sua capacità improvvisativa nel cogliere le molteplici possibilità contenute nella pagina. L’ascoltatore, come l’esecutore,in alcuni casi di opere aperte o happening, contribuisce fattivamente alla realizzazione del materiale sonoro;in tutti i casi, con il suo ascolto poietico, riempie di senso l’evento sonoro, completando idealmente l’opera musicale (da “Il dono del suono. Riflessioni per una poietica dell’ascolto” ).
 
Oggi si parla di musica acusmatica. Ma cosa si intende con questa definizione? L'aggettivo acusmatico deriva dal greco "akousma" e significa "cio' che si ode".Nell'antica Grecia gli acusmatici erano i discepoli di Pitagora che ascoltavano le lezioni  del maestro che parlava dietro ad un velo.Nell'arte acusmatica, il velo è una metafora dell'altoparlante e la musica acusmatica è la musica tecnologica che viene sempre fruita attraverso altoparlanti(casse acustiche,radio, impianti hi-fi, lettori digitali, ecc) e, proprio come il velo di Pitagora,nasconde all'ascoltatore la reale origine del suono. La musica acusmatica è specificamente una musica prodotta in studio, che utilizza strumenti elettronici per la generazione, la registrazione e la manipolazione del materiale sonoro. Materiali analogici e digitali, sintetizzati e campionati vengono elaborati, montati e fissati su un supporto per poi essere eseguiti attraverso altoparlanti.(da Un ascolto iniziatico. Conversazione sulla musica acusmatica).
La musica acusmatica pone al centro dell'attenzione l'ascolto.Le composizioni musicali, nate in questi contesti, spesso non prevedono piu l'uso di alcun testo scritto,che è sempre stato al centro della tradizione della musica colta occidentale.Potrei dire musica per  l'udito e non piu' per gli occhi

 Come dice il compositore Trevor Wishart:"In the past, the quality or nature of sounds used in music was set by the technology of instrument design, and conventions about performance and musical ‘expression’. In the 19th century, european composers became increasingly concerned with ‘sonority’, through development of new orchestration techniques, and new instruments. However, a systematic approach to sound itself had to wait for the invention of sound recording and the accurate computer analysis of sounds. Studios, and then computers, also provided powerful new tools for musicians to work directly with sound.”

 

 

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